Dopo quello che mi è successo alla maratona di NY, e che ho raccontato sul blog di noiduepercaso, volevo soffermarmi sugli aspetti social di quanto accaduto perchè la successione di eventi è veramente interessante e degna di nota per la portata.

tl;dr? Ho perso la fede durante la maratona di NY, ho postato su Facebook il fatto che avevo appunto perso il mio anello e il giorno dopo è stato ritrovato. Ho ricevuto migliaia di commenti e di like su Facebook, tanto da arrivare alla ABC che mi ha fatto un’intervista che è andata in onda in tutti gli Stati Uniti.

Insomma, la successione degli eventi è la seguente.

Perdo la fede durante la maratona di NY. Torno a casa e metto un post sulla pagina Facebook della TCS NYC Marathon. Visto che il post rimane poco evidente, comincio a commentare tutti gli ultimi post della pagina con lo stesso medesimo testo nella speranza che ottenga più visualizzazioni e quindi più possibilità di condivisione. La stessa cosa la faccio sulla pagina Facebook della New York Road Runners che è il comitato organizzativo della maratona di New York. Tutto questo accade non appena tornato all’appartamento, quindi diciamo all’incirca alle 3pm.
Il mio scopo in realtà era quello di fare in modo che l’organizzazione se ne accorgesse e che lo postasse come articolo proprio, sarebbe stato il massimo.
Ad ogni modo comincio a ricevere qualche like, qualche risposta e mention. Qualcuno mi scrive in privato dicendo che l’avrebbe condiviso sulla propria pagina e girato ad altri amici runners. Insomma, qualcosa comincia a muoversi ma nulla di clamoroso.
Invio anche una mail all’indirizzo della NYRR per comunicare quanto successo.

Ricevo subito una risposta umana, non automatizzata, che diceva questo

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Ad ogni modo le speranze erano sotto lo 0, era obiettivamente quasi impossibile che su un percorso di 42km, con 50.000 corridori e 1,2 milioni di supporter un piccolo anello d’oro fosse a) trovato e b) consegnato al legittimo proprietario.

Vado a letto e la mattina mi sveglio con centinaia di notifiche su Facebook. Cosa era successo? Durante la notte, l’account ufficiale della TCS NYC Marathon aveva ripreso il mio testo e l’aveva postato come post della pagina. Era quindi nella home della pagina Facebook ben in evidenza, esattamente quello che speravo.

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https://www.facebook.com/nycmarathon/posts/10152880483353324

Il post chiaramente ha la massima esposizione. E’ il giorno dopo la maratona e tutti i runner sicuramente si collegano per vedere gli aggiornamenti e condividere la loro esperienza. E in effetti comincio a ricevere tanti commenti, tantissimi like e molte condivisioni. Era esattamente quello che volevo ottenere.

Il giorno dopo la maratona, il lunedì, lo trascorriamo in giro per NY a fare shopping e sinceramente le speranze erano sempre più fioche. Se non fosse che, circa alle 5 di pomeriggio ricevo una email dalla NYRR con questo testo

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Ho sinceramente pensato che fosse uno scherzo. Poi però ho chiamato e mi hanno confermato tutto. Sono saltato su un taxi (ho sempre sognato di dire questa cosa: “saltare su un taxi”, mi manca solo la frase “e segua quella macchina”, magari la prossima volta) e sono andato alla sede della NYRR a Manhattan.

Lì mi è stato consegnato l’anello e non potevo mancare l’occasione di farmi una foto per postarla in risposta alle centinaia di like e commenti ricevuti sul post precedente e così faccio. Posto la mia foto come commento al post originale della TCS NYC Marathon e comincio a ricevere decine di risposte e centinaia di like.

L’organizzazione se ne accorge e posta la mia foto come post ufficiale della loro pagina

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https://www.facebook.com/nycmarathon/photos/a.10151977275423324.1073741832.71638113323/10152882665278324/?type=1

Da qui scoppia il vero caso social della maratona di NY. Il post comincia a macinare like e commenti ad una velocità spaventosa. Un numero talmente alto che in poche ore si arriva a quasi 10.000 like, ovvero 3 volte il numero dei like del post ufficiale relativo ai vincitori della maratona, questo:

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https://www.facebook.com/nycmarathon/posts/10152879630743324

Io cerco di stare dietro a tutti i commenti, fare like a mia volta, rispondere, ma diventa veramente complicato. Tra le centinaia di commenti ne trovo uno che fa riferimento a tale Ornella Alexander ringraziandola di aver riportato l’anello. Mi fiondo sul suo profilo e cerco di contattarla scrivendo sia sulla sua bacheca che come messaggio privato.

Mi risponde dopo qualche ora, dice di essere di Brooklyn così cerchiamo di organizzarci per incontrarci.

Ad ogni modo, pensavo che fosse finita lì. Insomma una bellissima esperienza finita ancora meglio di quanto me lo potessi mai sognare.

Invece, il giorno dopo, martedì, mi richiama l’organizzazione NYRR dicendo che il post sulla pagina Facebook ha avuto un tale successo che il canale ABC se n’è accorto e vuole crearci un servizio da mandare durante il telegiornale. Non ci potevo credere, seriamente sembrava di essere in un film, era tutto totalmente surreale.

Insomma ci organizziamo e facciamo il servizio a Central Park dove mi fanno incontrare la ragazza che ha ritrovato l’anello che ancora non avevo incontrato. Il servizio sarebbe andato in onda la sera ma io non avevo una TV dove vederlo e in streaming sembrava non funzionare. Insomma, avrei aspettato il video sul loro sito il giorno dopo.

Dopo le 6, invece, vedo che comincio ad essere taggato sul mio profilo Facebook e in effetti qualcuno ha già trovato il video pochi minuti dopo che era andato in onda.

Eccolo

Insieme al video viene postato un articolo sul sito della ABC che raccontava la storia.

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Lo stesso servizio viene postato sulla pagina Facebook della TCS NYC Marathon, anche questo ottiene svariate migliaia di like e commenti.

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https://www.facebook.com/nycmarathon/posts/10152885544188324

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https://www.facebook.com/nycmarathon/posts/10152884136993324

Stessa cosa fa la pagina Facebook di ABC con un articolo sulla storia:
https://www.facebook.com/ABC7NY/photos/a.10150159356494091.298144.31160214090/10152510604139091/?type=1

Sinceramente, mai nella vita mi sarei aspettato una cosa del genere. Sono rimasto totalmente stupefatto dall’onestà di questa ragazza e dal grande tam tam che si è sviluppato su Facebook. Mentre ancora non avevano trovato l’anello ricevevo messaggi privati di persone totalmente sconosciute, alcune addirittura dall’Australia, che mi “erano vicine” confortandomi sul fatto che sarebbe stato ritrovato.

Ma non è tutto, nei giorni successivi sono usciti altri articoli sia in US che all’estero relativi alla mia storia.

Questo, ad esempio, è un giornale polacco

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Quest, invece, un articolo su Yahoo!

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Questo, un articolo su Runnerswolrd, il primo sito mondiale che tratta la corsa

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Infine, tornato in Italia, sono stato anche intervistato da Linus e Nicola all’interno del programma Deejay Chiama Italia

Lessons learned

Alla luce di quanto mi è successo provo a fare qualche ragionamento social.

La possibilità di ritrovare la fede era al di sotto dello scarso, direi quasi nulla. Potevo forse tornare indietro sul percorso? Potevo mettere dei volantini intorno a Central Park? Non credo proprio.
Ho però pensato di usare un’ultima chance, ovvero la potenza del social network per eccellenza, Facebook. Il mio profilo non ha migliaia di amici, non sono un influencer ne’ tantomeno ho chissà quanti followers. Un post sulla mia bacheca l’avrebbero visto si e no in 12 persone, nessuna delle quali, poi, in grado di aiutarmi.

L’unico modo per emergere era “spammare” in senso buono gli account che contavano ovvero quello della NYRR ma soprattutto quello della maratona.

Anche in questo caso, un mio singolo commento ad un loro post sarebbe stato visto da qualche centinaio di persone ma nulla di più. Ho pensato quindi, al fine di farmi notare, di commentare tutti gli ultimissimi post ufficiali, diciamo al limite dello spam. Però ci sono riuscito.

Dopo poche ore l’account della maratona di NY ha postato esattamente il mio testo sulla loro pagina come post ufficiale e da lì è stato tutto in discesa.

Empatia

Perchè la maratona di NY ha ripostato la mia richiesta come post ufficiale? Non sono famoso, non sono un influencer ne’ tantomeno uno che va forte in maratona.

La parola magica è empatia. L’account ufficiale della maratona di NY è stato intelligentissimo. Sapeva che la storia avrebbe tirato moltissimo sul social network perchè è una storia di una persona comune in cui chiunque può rispecchiarsi. In più c’era il filo conduttore dell’amore, insomma un mix perfetto (una storia migliore poteva contemplare solo dei gattini che correvano la maratona e si perdevano, ma stavolta non c’erano!).

Postare un appello del genere, su una pagina con più di 150.000 like, poteva essere un’arma a doppio taglio. In fondo, il giorno dopo la maratona, uno si aspetta di trovare i risultati, le foto dei campioni e non un appello di uno sfigato che ha perso la fede.
In realtà i fan cercano storie di persone comuni, persone con le quali possono paragonarsi e ritrovarsi nelle proprie storie. E’ su queste storie che l’engagement è più alto.

E’ lì, a mio parere, il segreto di un buon post sui social.

Avere una storia da raccontare che possa sviluppare il massimo dell’empatia nelle persone che la leggono.

La foto dei due vincitori è normale e scontata, lasciatemi dire. Sono i soliti due marziani che vincono una maratona correndola a 3’/km. Ma chi può ritrovarsi in questi atleti? Nessuna persona comune può farlo.

L’unico rischio che poteva correre l’account della maratona di NY era quello che l’appello rimanesse un semplice post senza nessun seguito. In realtà anche loro hanno forse vinto il jackpot.
Non solo è stato ritrovato l’anello con tanto di post da 10.000 like e migliaia di condivisioni, ma il nome della maratona di NY è continuato ad essere sui mass media nei giorni seguenti grazie al servizio della ABC. Insomma, penso che anche loro non si aspettassero un risultato del genere.

Sembra proprio una storia win-win come dicono i più bravi. Io ho ritrovato la fede, la maratona di NY ha avuto un boom di condivisioni, la nomea dei newyorkers, che dice che siano menefreghisti e antipatici, è stata un po’ rivista… insomma, cosa vuoi di più dalla vita? (un Lucano!)

maurizio